Saet
tavi sulla strada
desiderosa di novità.
Guardavi
guardavi dalla mia parte
il mondo nascosto della mezza luna.
Ti volevo.
Ti volevo con tutto quello che
mi bruciava dentro.
Eri
di una bellezza folgorante.
Morbida e dura
mischiata da un pugno di riso e congrì.
Venti anni
sono sulla linea puntuale
della mia salute.
Ti volevo
niente altro.
Avevo capito che annusavi
le novità
per averci messo la testa. Sembra quello
un modo per salire la scala
di palazzi e cieli illuminati.
Me le ricordo
quelle labbra. Morbide e sugose
ne avrei fatto
intere scorpacciate.
Ci tenevi ad essere il mio pensiero
allucinogeno. Ci tenevi a domandarti
di essere un permesso
speciale.
Uno sfizio tutto per te.
Il tempo
si sa, ingoia rapidamente
tutto quello che
trova condito, viceversa
lo cucina con tutta calma
per farne bocconi.
A me
rimane il punto esclamativo, che
con il tempo diventa
interrogativo.
Perchè ti ho lasciata fuggire ?
E’ una questione
di egoismi.
Il tempo è crudele, si sa
il tempo divora
tutto quello che trova, prima
il morbido, del tuo ventre, dopo quello che c’è
ispezionando
gli inferni dei miei occhi.
Pure tu sei finita sotto le macine
di chi
schiaffeggia il cuore ?
Cibo di vita. In ogni caso
inutile, sei stata superata facilmente
al primo bacio.
Ti ricordi quando
ci siamo incontrati ?
Quanti anni sono passati ?
Un fottio.
Hai chiamato forte, “Sergio
Sergiooo …”
Chi sei ?
Quanti anni avevamo
nel frattempo ucciso ?
“Soy Mina”.
Perchè
perchè sei marcita dentro
e fuori
in così poco tempo ?
Perchè
puzzavi di tutti ?
Eri diventata una puttana.
Una puttana.
Il mondo
mi cadde sulle ginocchia.
Una puttana
come tante, una puttana e basta.
La tua bellezza, i tuoi venti anni le tue labbra
morbide e dure, dove stanno ?
Potevamo almeno piangere un po’
sarebbero servite quattro lacrime al crudo
di quel marciapiede ?
E’ tutta colpa tua
o un po’
anche la mia ?