Succede tutte le volte, il bianco acceca, seppur la notte è mare chiaro
di tante botte sul collo e dappertutto. Ma lo vedi pure tu, com’è chiaro
il mare il cielo, è un bambino pulcino che della notte se ne fotte. A ricordar
bene sono i pomeriggi, la fonte di tutti i mali, le meridiane sparse che nulla
possono, alle tempeste che incontri. Tu devi stare attento alle burrasche
al fuoco lento sui peperoni, che del mangiare ci si sazia, ma del bere mai
e poi mai. E’ inutile ogni forma di accesso, è inutile il tuo esserci adesso
bugiardo e anche un po’ figlio di puttana. Tu a mala pena appartieni
agli esuli di un giorno fallito, forse meno di un raggio di sole, che nulla può
ma tutto è dell’organo prediletto di ogni uomo, che sta giusto dentro il letto.
Lasciaci pregare, il mio giorno fortunato è questo, lasciami stare al fianco
di questo ballare, che delle onde, immagina nulla e poco. Io lo so che sei
il tuo massimo tuono, lo so che altro è dovuto al magico suono, di essere
il falco, che guarda dall’alto, il punto fuoco-cibo, di un’improvviso saluto
del tuo essere te, si è dato ai venti, per essere sempre il benvenuto.