Era un bel giorno di quasi primavera
ero eccitato e consapevole di aspettarti
come un bell’appuntamento, ma visto
per il lontano. Sei arrivato come il treno
fischiando, c’erano i tuoi occhi, un sasso
per chilometri. Subito ti ho riconosciuto
così dentro i tuoi muscoli. Un chiodo
di muri che reggevi quando volevi
essere un perno per l’oltre del mio oceano;
ci mancavi solo tu, la cometa che viene
dalle galassie, ci porta in dono la polvere
che prima non c’era e con essa
costruiamo la stella che mancava.