Ti farò credere ad un certo programma, ti farò credere
che ti spalmi volentieri e sono desideri. Penserò di gustarmi
il mare e la sabbia quando ti sdrai fuori la mia portata.
Ti farò credere di averci riso infinitamente, bruciato tutto
quello che friggi e mangi, sia la polpa che l’acqua.
Ti farò credere che credere è il male che si sposta
nelle vene, serve ad ogni passo che io sia il tuo gesso.
Ti farò credere di essere stato un traguardo, il viaggio
intorno a te, fatto di soste apparenti dentro il cuore
di buchi perenni, rammendali con tanti bottoni, asticelle
alte per il collo. Ti farò credere di bere ogni tua smorfia
ogni tua angoscia, ti farà credere al respirare forte
tutto questo lo sai, annebbia il cervello e si dissolve al tubare
di una tortora e sto bene solo dopo ogni volta che tu esplodi
dentro qualsiasi cielo. Ti farò credere di aver assunto una forma
di pazzia, fidati ti converrà crederlo perché sono stupido
a tuo discapito. Affogare? Riemergerò come un ghiacciolo
dentro il male che sta al sole, ti farò credere che me ne fotto
ma non è vero. Ma cos’è vero sulle tante forme di vita
che sfiori? Armiamo differenti barche, ambedue navighiamo
comprandoci acque benevole. Ti farò credere al fulmine che
illumina il tuo sguardo quando ti sono dentro. E’ il momento
di falciare tutte le forme di vita che non usi più. Ti farò credere
di saziarmi a guadare un cielo, no meglio un ritorno, sazia
per davvero. Ti farò credere di vivere spalmato su di te, di te
non me ne frega nulla, invece non guarderò più se non quando
assomiglierai alla Nutella. Allora si che ti mangerò a bocconi.